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Olmaria

(Filipendula ulmaria)

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Foto di Dominik Imhof

Impiego nella medicina naturale

I fiori, le foglie e le radici dell’olmaria vengono usati fin dall’antichità per curare numerosi disturbi. Il parroco erborista Johann Künzle scriveva: «In medicina naturale l’olmaria è nota da tempo per le sue proprietà diuretiche e diaforetiche, ma negli ultimi tempi sono emerse anche le sue proprietà curative per tutti i disturbi reumatici, tanto che oggi è annoverata tra le piante medicinali più nobili».

L’olmaria è un rimedio molto apprezzato in medicina naturale contro mal di testa ed emicrania. Contiene composti di acido salicilico che agiscono in modo simile all’acido acetilsalicilico prodotto sinteticamente nell’aspirina. Lo stesso nome «aspirina» deriva addirittura dall’antico nome latino dell’olmaria «Spiraea ulmaria». La pianta è inoltre considerata analgesica, antipiretica e antinfiammatoria e viene quindi impiegata in caso di malattie da raffreddamento, influenza e dolori muscolari e articolari. Viene assunta per lo più sotto forma di tisana o tintura.

L’olmaria può essere utilizzata esternamente come pomata o impacco in caso di problemi cutanei come eczemi, eruzioni e lievi infiammazioni.

Attenzione

Le donne in gravidanza e le persone con ipersensibilità ai salicilati dovrebbero usare l’olmaria con cautela. La pianta contiene inoltre un glicoside leggermente tossico che, in dosi elevate, può causare mal di testa. Si sospetta che i salicilati contenuti abbiano un effetto anticoagulante. Pertanto l’assunzione di olmaria andrebbe evitata prima di interventi chirurgici.

Per domande sul suo impiego consultate un naturopata o un droghiere qualificato.

Impiego in cucina

I fiori di olmaria sono un ingrediente molto apprezzato in cucina e vengono impiegati in modo versatile grazie al loro aroma di miele e mandorle.

Lasciati macerare, ad esempio, nel succo di mela o nel latte, i fiori filigranati sprigionano al meglio il loro aroma. Basta mettere dei fiori di olmaria appena raccolti nella bevanda e lasciar riposare per 1 ora circa. Mescolare più volte e alla fine strizzare i fiori e rimuoverli. Anche bevande alcoliche come birra, idromele e vino possono essere aromatizzate con l’olmaria.

Consigliatissima è poi la preparazione di uno sciroppo aromatico, ideale per dolcificare le bevande più disparate e utile anche come ingrediente gustoso per dessert.

L’olmaria è spesso utilizzata nella cucina francese. In francese l’olmaria si chiama «reine des prés», ossia «regina dei prati». I suoi fiori vengono utilizzati per insaporire yogurt, gelati, sorbetti e piatti a base di frutta.

In piccole quantità, le foglie giovani e morbide della pianta sono inoltre idonee per preparare zuppe e piatti a base di verdure o come aromatico complemento per smoothie o condimenti per insalate.

Informazioni utili

Appartenente alla famiglia delle Rosacee, presenta profumati fiori color crema. Cresce nei prati umidi e sulle sponde di torrenti e fiumi ed è originaria di gran parte dell’Europa, dell’Asia settentrionale e centrale. In Svizzera l’olmaria cresce anche in altura, fino a 1800 metri.

L’origine del suo nome è tuttora poco chiara. Un tempo la si utilizzava per dolcificare l’idromele, l’antico fermentato del miele. I fiori conferivano all’idromele un delicato sapore dolce molto particolare, che anticamente gli valse la denominazione di «bevanda degli dei».

Il nome inglese «meadowsweet» indica che la pianta si trova in natura nei prati: «meadow» significa «prato» e «sweet» «dolce». Dopo la falciatura, la pianta emanava la sua caratteristica fragranza dolce, che profumava intensamente la campagna.

La siccità rende l’olmaria più vulnerabile a parassiti e malattie come l’oidio. Per coltivare l’olmaria in giardino, è necessario assicurarsi che il terreno rimanga sempre sufficientemente umido per favorire la crescita e la resistenza della pianta.

L’olmaria è una pianta erbacea perenne che muore in superficie in inverno e germoglia di nuovo in primavera. Da una rosetta di foglie autoctona, la pianta cresce da 50 a 250 centimetri di altezza. Le grandi foglie imparipennate sono disposte alternate lungo il gambo. Hanno per lo più un picciolo rossastro con piccole foglioline secondarie, mentre la foglia terminale è spesso divisa in 3-5 lobi, con margini doppiamente ed acutamente seghettati.

Gli autori

Dominik Imhof

Dominik Imhof, cresciuto a Muotathal, ha scoperto presto la sua passione per le piante selvatiche e i funghi. Dopo una carriera come giocatore di pallamano e una formazione come ingegnere elettronico, ha approfondito le sue conoscenze in materia di alimentazione e salute.

Si è formato poi come consulente specializzato per l’impiego di piante e funghi selvatici commestibili presso la scuola universitaria per l’economia e l’ambiente (HfWU – Hochschule für Wirtschaft und Umwelt Nürtingen-Geislingen) e come naturopata MTE. Oggi condivide la sua esperienza nell’ambito di escursioni, workshop ed eventi di gruppo.

uchruut.ch


Mirko Buri

Mirko Buri crea ricette per la newsletter sulle erbe della EGK dal 2022. L’ex chef Gault Millau è il fondatore di FOODOO, l’azienda di trasformazione di verdure che non possono essere commercializzate con profitto nel commercio all’ingrosso.

Il pioniere della lotta contro lo spreco alimentare ha pubblicato tra l’altro il libro di cucina «Restenlos glücklich». Fino a marzo 2020, ha gestito anche «Mein Küchenchef», il primo ristorante anti-spreco alimentare in Svizzera.

foodoo.world

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