
Achillea comune
Achillea millefolium
Achillea millefoglie, millefoglio (comune, montano ecc.), centofoglie, erba formica, erba dei somari, erba del soldato, sanguinella, stagnaferite, erba dei tagli – Asteraceae

L’achillea è molto nota come pianta medicinale per la donna e vanta una lunga tradizione nella medicina naturale, come dimostrano anche i suoi numerosi nomi da cui si intravedono le sue proprietà curative. Sebbene la pianta sia dedicata all’eroe greco Achille, che pare se ne servisse per curare le ferite dei suoi soldati, il suo nome è femminile. Ha infatti proprietà emmenagoghe ed emostatiche, tanto che veniva chiamata anche erba del marchese. L’erborista austriaca Maria Treben scriveva: «Non consiglierò mai abbastanza l’achillea alle donne». E la sua fama come toccasana per le donne si cela anche in antichi proverbi popolari.[A1]
Ancora oggi viene utilizzata spesso per lenire dolori mestruali ed equilibrare il flusso.[A2] È considerata spasmolitica, antibatterica, astringente, stimolante del flusso biliare; se ne possono trarre quindi svariate applicazioni. Può essere utile, per esempio, in caso di crampi addominali e mestruazioni abbondanti o irregolari. Viene utilizzata come coadiuvante anche in caso di disturbi gastrointestinali e di problemi al fegato e alla cistifellea. L’achillea viene spesso preparata come tisana o anche come bagno lenitivo in caso di crampi addominali.
Applicate esternamente, le foglie di achillea lavate e schiacciate possono essere benefiche in caso di piccole ferite da taglio, escoriazioni, ustioni e infiammazioni cutanee. Inoltre, in naturopatia vengono usate per l’emostasi. Soprattutto in tempo di guerra, l’achillea era importante come prima medicazione delle ferite.
Attenzione
Alcune persone possono essere allergiche o ipersensibili all’achillea.
Per domande sul suo impiego consultate un naturopata o un droghiere qualificato.
L’achillea contiene parecchie sostanze amare e molti oli essenziali soprattutto nei fiori, per cui va dosata con attenzione, in modo che non prevalgano gli aromi troppo decisi.
L’achillea è una pianta sempreverde, per cui mantiene le foglie anche in pieno inverno. Tuttavia, in primavera sono più forti e dunque ottimali come condimento aromatico per insalate o piatti a base di verdure. Più avanti nell’anno, quando la pianta fiorisce, si possono utilizzare anche le foglioline sotto l’infiorescenza. Le foglie sono perfette come ingrediente per arrosti, pane, sali, oli e aceti alle erbe o per creare croccanti chips vegetali. Grazie al loro aspetto filigranato, possono anche essere disposte come decorazione su pane e prodotti da forno prima della cottura.
Dall’estate all’autunno inoltrato, i boccioli e i fiori vigorosi possono essere utilizzati in modo versatile per insaporire. Usati interi, sono perfetti per aromatizzare tè, superalcolici o limonate. Se tagliati finemente, sono un ingrediente saporito per pietanze a base di verdure cotte, pasta e riso, sformati e stufati.
Informazioni utili
In Svizzera esistono numerose specie di achillea. Crescono sia in pianura che più in alto sulle Alpi. La specie più conosciuta e utilizzata è l’achillea comune o montana. Predilige luoghi assolati e non troppo umidi e la si trova spesso nei prati, lungo strade e sentieri.
Nella mitologia greca si narra che l’eroe Achille guarisse le ferite dei suoi soldati con l’achillea. Il suo maestro era il saggio centauro guaritore Chirone. L’«achillea» prende il suo nome proprio da Achille.
Molti nomi popolari dell’achillea in italiano richiamano le sue proprietà cicatrizzanti, ad esempio «stagnaferite» o «erba dei tagli».[A1] Il nome botanico «millefolium» descrive le sue «millefoglie».
In passato ha avuto anche il nome di «supercilium veneris», ossia «sopracciglio di Venere». Infatti, le foglie dall’aspetto delicato e filigranato possono somigliare a un sopracciglio. Questo nome vuol indicare probabilmente gli effetti benefici per la donna.
I ritrovamenti di fiori di achillea in una tomba in Iraq dimostrano che il suo uso risale a ben 60’000 anni fa.
Gli erbivori, soprattutto gli ovini, ne sono ghiotti, ma è molto amata anche da insetti come api, bombi e farfalle.
La pianta raggiunge un’altezza di 80 cm e ha una rosetta di foglie basali, uno stelo duro, tenace e leggermente peloso con foglie finemente imparipennate. I fiori vanno dal bianco al rosa e formano un’ombrella composta da numerosi fiori compositi.

Coregone ripieno con limone e achillea (4 porzioni)
Ingredienti
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4 coregoni freschi
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1 o 2 limoni
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1 manciata di achillea (fiori e foglie)
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Sale, pepe
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Olio d’oliva per spennellare
Preparazione
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Lavare i coregoni e prepararli per la griglia. Tagliare le pinne laterali in modo che non si brucino.
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Praticare 3 tagli attraverso la pelle su ogni lato, in modo che le spezie penetrino nel pesce.
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Insaporire generosamente i coregoni dall’esterno su entrambi i lati con sale e pepe.
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Tagliare i limoni a fette e poi le fette a metà.
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Tamponare le cavità addominali dei pesci per asciugarle e insaporire con sale e pepe.
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Aggiungere il limone e la quantità desiderata di achillea.
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Spennellare l’esterno con olio d’oliva e posizionare il pesce sulla griglia ben calda. In alternativa, potete cuocere il pesce anche in padella o in forno.
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Grigliare su ciascun lato per 3-5 minuti circa a coperchio chiuso.
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Togliere dalla griglia e servire con un contorno a scelta.
Consiglio: Spennellare leggermente la superficie di cottura con olio per evitare che il pesce si attacchi. I coregoni possono essere preparati anche con carta da forno, in modo che l’aroma dell’achillea penetri ancora di più nel pesce. Mettere una fettina di limone sotto la coda per evitare che si bruci. Il pesce è cotto se le pinne dorsali si estraggono facilmente. La ricetta è adatta anche ad altri pesci.
Gli autori

Dominik Imhof
Dominik Imhof, cresciuto a Muotathal, ha scoperto presto la sua passione per le piante selvatiche e i funghi. Dopo una carriera come giocatore di pallamano e una formazione come ingegnere elettronico, ha approfondito le sue conoscenze in materia di alimentazione e salute.
Si è formato poi come consulente specializzato per l’impiego di piante e funghi selvatici commestibili presso la scuola universitaria per l’economia e l’ambiente (HfWU – Hochschule für Wirtschaft und Umwelt Nürtingen-Geislingen) e come naturopata MTE. Oggi condivide la sua esperienza nell’ambito di escursioni, workshop ed eventi di gruppo.

Caro e Tobi Thaler
Caro e Tobi Thaler creano ricette per la newsletter sulle erbe aromatiche della EGK dal 2022. Entrambi hanno completato un tirocinio come chef, ma in seguito hanno preso altre strade: Caro nel sociale, Tobi nel settore tecnologico.
La loro passione per la cucina è rimasta e la comunicano con lo slogan «das Leben isst bunt» (mordere la vita a colori) sul loro portale di ricette foodwerk.ch (solo in tedesco). In linea con la tradizione di famiglia, la figlia Liv contribuisce ogni tanto anche lei con qualche ricetta.