Da Lutry a Capo Nord in bicicletta

Patrick Sumi in bicicletta presso l'insegna della città di Lutry
Patrick Sumi, 52 anni, padre di famiglia sportivo e uomo d’affari, di 1095 Lutry, inizierà il suo viaggio in bicicletta verso Capo Nord, sull’isola norvegese di Magerøya, all’inizio di aprile.

EGK: Presto partirà per la sua avventura verso Capo Nord. Qual è il suo principale obiettivo per questo viaggio in bicicletta?

Patrick Sumi: Innanzitutto si tratta di un sogno che volevo realizzare da molto tempo. La bicicletta è probabilmente il mezzo più semplice per viaggiare e ci permette di riconquistare il tempo. Sono infatti il nostro corpo e la nostra capacità fisica a decidere il ritmo delle giornate. Procedere lentamente è necessario per scoprire, incontrare ed esplorare. Il ciclista ha il tempo di incontrare gli altri mettendosi al loro stesso livello, arriva senza rumore e senza disturbare. Per me questo viaggio sarà una forma di transizione, un passaggio tra il prima e il dopo.

Il primo è una carriera di 23 anni in Nestlé con tutto ciò che ne consegue, responsabilità, carico di lavoro e corsa al vertice. Ho bisogno di una pausa perché gli ultimi anni sono stati estenuanti. Affrontare situazioni difficili mi ha portato sull'orlo del burnout.

Il dopo è quello che desidero fare terminato questo viaggio: voglio vivere più semplicemente, più lentamente e dedicare tempo ai miei progetti, investendo ancor di più nella mia associazione (Out’cha) per i miei progetti sportivi e per altri viaggi. Naturalmente dovrò lavorare, ma lo farò rispettando maggiormente le mie esigenze e i miei valori.

Questo viaggio sarà una terapia per trovare un nuovo equilibrio, mi offrirà tempo per la riflessione e l’introspezione e mi obbligherà a confrontarmi con me stesso. Dovendo soltanto pedalare, mangiare e trovare un riparo per la notte, mi darà ciò che il ciclista apprezza di più: il tempo. Il resto conta il giusto. 

«Vivere significa trasformare il proprio sogno in un ricordo».

Sylvain Tesson
 
EGK: Ha davanti a lei un percorso di oltre 5500 km in 4 mesi (primavera/estate). Cosa porterà con sé e come trasporterà il bagaglio?

Patrick Sumi: Sulla bicicletta avrò solo 4 borse, quindi le cose che potrò portare con me sono limitate: mi concentrerò sull’indispensabile suddividendolo in 4 categorie.

Attrezzatura per dormire e per assicurarmi un bivacco confortevole: tenda, materasso, sacco a pelo, cuscino, lampada... dormire bene e riposare è fondamentale per un ciclista.

Materiale per cucinare, perché mangiare è importante: avrò un fornellino a benzina, due pentole ultraleggere, una bottiglia di benzina (più pratica del gas perché si trova ovunque), utensili da cucina, condimenti, il necessario per mangiare e una scorta di cibo per 2 o 3 giorni (pasta, riso, cibo in scatola). Il resto lo comprerò lungo il percorso. Sicuramente porterò la mia moka, perché il caffè del mattino è importante e fa iniziare bene la giornata.

Vestiti, articoli da toilette e tutto il necessario in caso di intemperie, pioggia, sole, freddo, caldo... Potrò incontrare condizioni meteo molto diverse, per cui dovrò adattarmi giorno per giorno. Giacca in Gore-Tex e pantaloni da pioggia. Privilegerò gli indumenti di lana, soprattutto per i primi strati, perché sono più comodi e non emanano odori nonostante la sudorazione. Separerò i vestiti che userò per pedalare da quelli per il bivacco, che terrò puliti.

Poi viene tutto ciò che può salvare il viaggio, cioè quegli elementi di prevenzione necessari affinché questa esperienza possa svolgersi nelle migliori condizioni, come ad esempio il materiale per riparare la bicicletta, per evitare di restare bloccato a causa di un problema meccanico. Dovrò anche pensare alla cura del corpo, senza il quale non potrò fare nulla: porterò con me alcuni prodotti di emergenza che mi permetteranno di affrontare eventuali imprevisti, come cadute, ferite, infezioni, problemi gastrici, repellente per zanzare, crema solare e alcuni medicamenti come gli antibiotici ad ampio spettro che il mio medico saprà consigliarmi per trattare i problemi più urgenti.

EGK: Un viaggio in bicicletta così lungo è anche una sfida per il fisico. Quali saranno gli effetti sulla sua salute e come si sta preparando a questo sforzo?

Patrick Sumi: In effetti 5500 chilometri possono sembrare tanti, ma il corpo umano è una macchina incredibile che si adatta continuamente. Ho sempre praticato sport, gareggiando nel ciclismo e in molte altre discipline. Mi alleno regolarmente, perciò dovrei essere pronto per questa avventura. Per evitare sovraccarichi o affaticamenti muscolari e tendinei, ho intenzione di procedere con calma e di programmare tragitti relativamente brevi, al massimo di 50 chilometri durante le prime 3 settimane, per dare al corpo il tempo di adattarsi e perché questo viaggio diventi una nuova realtà. La sfida sarà mangiare in modo sano, evitando di consumare i più facili e accessibili snack. Dovrò acquistare prodotti freschi e locali, frutta e verdura, e sforzarmi di cucinare. Come nella vita quotidiana, si può cadere rapidamente in una forma di pigrizia e mediocrità che nel tempo non giova a nulla e comporta carenze, mancanza di energia ecc. Per questo assumerò qualche integratore alimentare per assicurarmi le vitamine essenziali.

Inoltre, ogni giorno farò un po’ di allungamenti, stretching e magari yoga per mantenere la mobilità, perché la bicicletta irrigidisce ed è importante mantenere una certa flessibilità.

EGK: Quale tappa attende con particolare impazienza e perché?

Patrick Sumi: Bella domanda, non ci avevo pensato... In effetti ci sono alcune tappe che non vedo l’ora di compiere.

Sicuramente il giorno della partenza: aspetto questo momento da oltre vent’anni e non vedo l’ora di viverlo e di condividerlo con i miei cari. Partirò da Lutry il 1° aprile alle 10 del mattino.

Poi il superamento del confine svizzero, quando lascerò il mio Paese dopo averlo attraversato da ovest a est, perché, simbolicamente, rappresenta l’inizio di questa avventura.

E naturalmente l’arrivo a Capo Nord, ma so che la strada sarà lunga e che non devo rallegrarmi troppo. Per raggiungere la meta finale devo già iniziare a pedalare e impegnarmi ogni giorno. Il resto verrà da sé...

In particolare mi auguro quelle esperienze che non ti aspetti e che solo il viaggio itinerante può offrirti. Viaggiando ho imparato che le cose più belle arrivano all’improvviso: un incontro, un luogo, un momento... Apprezzerò particolarmente questi momenti unici che il viaggio vorrà offrirmi.