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Monarda didima

Monarda didima – Monarda didyma / Lamiaceae

Nomi popolari: ortica degli indiani, menta dei cavalli, balsamo delle api, tè di Oswego e tè di Pennsylvania

Fiori di melissa dorati

Cenni storici

La monarda didima, originaria dell'area nordamericana, fu portata in Europa da coloni e marinai. Il nome botanico deriva dal botanico spagnolo Dr. Nicholas Monardes de Sevilla, che nel 1569 scrisse un libro sulla flora del Nord America.

Numerosi ceppi indiani originari del Nord America conoscevano l'effetto sulla salute della monarda selvatica e la impiegavano con successo per combattere diverse malattie da raffreddamento e bronchiali. Gli indiani Hopi, che risiedevano nella zona nordorientale dell'Arizona, utilizzavano la preziosa cera d'api derivata dalla cosiddetta ortica degli indiani anche per le loro occasioni mitiche e rituali.

Botanica e cultura

Il genere monarda conta più di una dozzina di specie di piante da annuali a perenni che possono raggiungere circa 80 centimetri di altezza, alcune specie addirittura di più. La riproduzione dell'ortica degli indiani avviene sostanzialmente mediante talea dei rami più vecchi o innesto. Spesso gli steli spigolosi e poco articolati sono ricoperti di rosso. Le foglie a gambo lungo sono ovali e appuntite, hanno il bordo dentellato e sono parallelinervie. I fiori color porpora sono disposti a guisa di verticilli sulle estremità degli steli. Il periodo di fioritura va da giugno a settembre.

La monarda richiede un'ubicazione soleggiata o in penombra e un terreno sabbioso ricco di sostanze nutritive e di humus. Si consiglia di effettuare la talea della monarda ogni tre anni e di trapiantarla. Poiché la monarda, a seconda delle condizioni climatiche, può essere attaccata dall'oidio, si consiglia di nebulizzare regolarmente le piante su ogni lato con un infuso di ortica. Dal momento che nella stagione fredda la monarda si ritira nel terreno, le parti in superficie andrebbero tagliate appena sopra il suolo a fine autunno o a inizio primavera. Tutti gli amanti delle erbe che non hanno un giardino proprio possono coltivare la monarda con la stessa cura e dedizione anche in vasi più grandi.

Desideriamo ricordare che oltre alla pregiata monarda didima esistono numerose altre specie coltivate e incroci dei colori più svariati, ad esempio la «Cambridge Scarlet» dal colore rosso brillante. Queste specie coltivate – che siano lilla, rosa pallido, bianche o rosa acceso – creano accenti cromatici nei giardini delle erbe o degli arbusti, ma non vengono utilizzate né in cucina, né nella medicina complementare.

Impiego nella medicina naturale

Gli indiani Oswego realizzavano un infuso con l'ortica degli indiani che impiegavano con ottimi risultati contro la bronchite e il raffreddore. Il tè di Oswego, nome popolare della monarda didima, è ricco dell'efficace antisettico olio di timo. In numerosi erbari antichi si legge che l'infuso di fiori e foglie di monarda didima può portare giovamento in caso di conati di vomito, flatulenze, dolori mestruali e insonnia. A questo punto meritano una menzione anche i raffinati profumi e saponi che vengono realizzati con la monarda. La monarda didima è una pianta molto pregiata che si è aggiudicata un posto fisso nella medicina complementare.

Impiego in cucina

I fiori della monarda si possono utilizzare per realizzare decorazioni colorate sulle insalate o profumate guarnizioni di macedonie fresche, dessert, creme o gelati. Sciroppi, limonate alle erbe, infusi e addirittura l'aceto aromatico alle erbe a base di monarda arricchiscono la cucina contemporanea con note seducenti.

Tra gli amanti degli orti e della cucina, la monarda è nota come pianta officinale più che come erba da cucina. A torto, però, perché consente di realizzare anche raffinati frappè, yogurt e gelatine che potrebbero variare in un modo speciale la nostra tavola della colazione. Inoltre è anche poco noto che le foglioline giovani e ancora tenere possono essere utilizzate per aromatizzare salse, pesce e pollame.

Bottiglia di sciroppo di balsamo d'oro

Ricetta: Sciroppo di monarda

Ingredienti: 

  • 25 g di foglie di monarda (appena raccolte)
  • 25 g di acido citrico
  • 1 kg di zucchero
  • 1 litro d’acqua

 

Preparazione:

  1. Mettere in una scodella le foglie di monarda e lo zucchero.
  2. Fare bollire l'acqua e versarla sugli ingredienti. Coprire con un canovaccio e lasciare riposare per 24 ore. Nella prima mezz'ora girare ogni tanto affinché lo zucchero si sciolga e si distribuisca uniformemente.
  3. Lavare le bottiglie e sciacquarle con acqua bollente.
  4. Dopo 24 ore filtrare lo sciroppo con un colino o con un panno garzato. Versare lo sciroppo nelle bottiglie e chiuderle bene. Conservare in luogo fresco.

Consiglio: se si vuole preparare soltanto la quantità di sciroppo per uso immediato, al posto dell'acido citrico si può utilizzare il succo di limone biologico. In questo caso occorrono 10 grammi di monarda, il succo di due limoni, 350 g di zucchero e 3,5 dl d'acqua. Il procedimento è lo stesso descritto sopra. Conservare in frigorifero.

Gli autori

Christian Fotsch

Christian Fotsch cura la newsletter sulle erbe della EGK-Cassa della salute dal 2006. La sua conoscenza approfondita del mondo delle erbe è frutto di uno studio da autodidatta; insieme alla moglie Ursula ha gestito fino al 2010 il vivaio di erbe e piante officinali Silberdistel a Brienz e poi fino al 2019 il noto hotel dedicato alle erbe «Lindenhof», sempre a Brienz.


Brigitte Speck

Brigitte Speck è consulente alimentare e autrice di libri specializzati e di cucina. Ha arricchito la newsletter sulle erbe della EGK-Cassa della salute con una selezione di ricette fino al mese di febbraio 2022. Ha pubblicato numerose opere di successo su temi come le erbe officinali (per es. «Aus meinem Naturgarten», in tedesco), la stevia, Zappelphilipp e libri di ricette per bambini.

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