Il lockdown mi piace
Sicuramente è successo a molte altre persone: mi stupisco di quante volte mi sono ritrovata a cucinare nelle ultime settimane. A essere onesti, non ricordo di aver mai preparato una torta prima del lockdown. Ora impasto un giorno sì e uno no. E mi piace!
Sai com’era la mia vita di tutti i giorni prima? Così piena d’impegni che alcune sere non mi ricordavo nemmeno più cosa avevo mangiato a colazione. Lavoravo a tempo pieno come fisioterapista, tenevo conferenze, scrivevo presentazioni, mi dedicavo allo sport. Saltavo da un appuntamento all’altro, mangiavo in treno, guidando, in tram. Mi sentivo bene, ma in realtà era troppo.
Visto da questa prospettiva, il lockdown mi ha fatto proprio bene. Come tutti, sono stata costretta a rallentare. Ma presto mi sono resa conto che questi cambiamenti non mi dispiacevano, anzi li apprezzavo. Mi piace il solo fatto di essere a casa, imparare a usare le risorse che trovo lì: leggere un libro, fare un puzzle (non è affatto noioso come si potrebbe pensare!) oppure dedicarmi alla cucina.
Spero di poter conservare un po’ di questa calma interiore anche dopo il lockdown. Anche se temo di rientrare nella categoria delle persone che si affannano per recuperare il tempo perduto.
Di recente mi sono chiesta come fare per evitarlo, e a lungo non ho trovato una risposta soddisfacente. Poi mi sono resa conto che valeva già molto avere espresso questo desiderio. Sapere che il mondo non crolla se si risponde a una e-mail tre giorni dopo è già una conquista. Avere il desiderio di portare un poco della lentezza che si è appena conosciuta nella nuova normalità è un primo passo per riuscire a farlo.
Sono fiduciosa.
